La storia della Società Triestina Canottieri Adria 1877 è piena di fascino e ricca di avvenimenti, non solo perché sono trascorsi 130 anni dalla fusione nell’Adria di tre preesistenti società nautiche, ma anche perché si integra mirabilmente con le sofferte vicende politiche e culturali della città di Trieste, affondando le sue radici in pieno ottocento, quando Trieste era un fiorente emporio commerciale e principale porto dell’Impero Austro-Ungarico, per poi maturare molteplici esperienze di vario segno, sotto l’influenza di ben sette bandiere (asburgica, sabauda, tedesca, jugoslava, inglese, americana ed infine dell’Italia repubblicana). I soci fondatori dell’Adria erano di origine amburghese, legati tra loro da rapporti di parentela, d’affari, da una comune fede religiosa (evangelici augustani) e dall’amore per il mare ed il canottaggio. Il parco barche iniziale era formato da 4 imbarcazioni a sedile fisso (Carlotta, Themis, Meteor e Johanna), ed il nome Adria venne scelto per un doveroso omaggio a quel mare Adriatico che tanto aveva contribuito a fare la fortuna commerciale degli amburghesi. Il primo Presidente dell’Adria è stato Alessandro von Schroeder junior, rimasto al timone del sodalizio sino alla vigilia della I guerra mondiale, per ben 36 anni! Grandi i meriti sportivi pionieristici dell’Adria, quando attorno al 1880 introdusse per prima in Adriatico i moderni sistemi di voga, con carrelli mobili e remi corti a pala. Verso la fine dell’800 l’Adria ha pertanto contribuito, unitamente ai grandi Club del Nord Europa, a gettare le basi per codificare, con regole e categorie sempre meglio definite, quello sport del canottaggio che andrà a debuttare ai Giochi Olimpici di Parigi del 1900. Dall’anno della fondazione e sino all’inizio della I° Guerra Mondiale l’Adria è stata l’indiscussa protagonista di tutte le regate svoltesi in Adriatico e nell’ambito dell’Impero Austro Ungarico. Le sedi dell’Adria sono state nel tempo ben cinque, e tutte ubicate nel bacino Sacchetti. Gli anni del primo dopoguerra (dal 1918 al 1928), non sono stati facili per il sodalizio, in quanto il Governatorato Militare della Venezia Giulia ebbe a raccogliere a carico dell’Adria delle informative non del tutto positive, tant’è che, pur riconoscendole la veste apolitica ed i fini esclusivamente sportivi, la collocavano tra le società devote all’Austria, evidenziando la figura del Presidente Riccardo Klasing, come quella di un “austriacante” di sentimenti, avendo combattuto, durante la I° guerra mondiale, nell’esercito austriaco col grado di tenente. Fu la decennale presidenza di Ernesto Krauseneck (1.10.1918 – 11.12.1928) a traghettare l’Adria verso una graduale normalizzazione dei rapporti con il Comando Difesa Militare Marittima e con il Commissariato Generale Civile per la Venezia Giulia. Nello stesso periodo giungono le vittorie ai Campionati dell’Adriatico del 1924 a Grado e del 1925 a Fiume, ove primeggiano gli atleti Giorgio Oberwegher e Lucy Rótl, sotto la guida carismatica dell’allenatore Pino Culot. Peraltro, con il nuovo regime, anche l’elezione dei Presidenti deve essere convalidata dall’Ente provinciale fascista sportivo. All’Adria viene pertanto designato come reggente l’avv. Riccardo Gefter Wondrich, con il mandato di individuare la presenza all’interno della società di elementi austrofili o antitaliani, e con ampi poteri anche di carattere liquidatorio. Ebbene questo presidente (in carica dal 1931 al 1945) verificò i connotati esclusivamente sportivi del sodalizio, difendendolo nei confronti delle Autorità e rilanciando l’attività agonistica. Nel 1932 l’Adria è campione nazionale nel 2 con junior (Romano, Wieland, tim. Cesarini), con la yole a 4 esordienti (Fonda, Fantini, Bevilacqua, Negrelli, tim. Culot) e con la jole a 4 junior (Ciani, Mogorovich, Albanese, Acunzo, tim. Cumbat). Nel 1933 l’Adria ai Campionati dell’Adriatico di Abbazia vince con l’armo delle mitiche Gallinelle (Fonda, Orel, Delzotto, Fantini, Bevilacqua, Zanon, Fabbri, Levitus, tim. Culot), e con il singolo senior di Livio Curto. Ai Campionati nazionali assoluti del 1934 vincono il doppio skiff junior (Fabbri-Levitus) ed il 4 con junior (Fonda, Fantini, Bevilacqua, Zanon, tim. Culot). Ai Campionati nazionali assoluti del 1935 vincono il doppio skiff junior (Skerl-Bevilacqua), il doppio skiff senior (Curto-Levitus) ed il 4 con esordienti (Rizzi, Albanese, Arnerich, D’Amore, tim. Starec). Dopo alcuni anni di crisi del settore agonistico l’Adria riprende a vincere, collezionando, tra il 1939 e 1943, diversi titoli regionali e nazionali con atleti di prestigio quali Cressa, Martini, Ferlatti, Scodavolpe, Tomasi, Pellizzaro, Dequal ed il timoniere Manfreda. A causa delle vicende belliche è solo nel 1945 che si riprende l’attività agonistica con le prime regate organizzate dalle autorità militari anglo-americane. Da ricordare nel 1947 il secondo posto conquistato a Pallanza ai Campionati italiani assoluti con il 4 con di Fabbri, Martini, Rinaldi, Cumar, tim. Colli.
Il dopoguerra è contrassegnato dalle presidenze del prof. F. Tecilacich e del dott. Arnaldo Vitetta. Sono anni impegnativi soprattutto per reperire i fondi per l’accensione del mutuo necessario per edificare la nuova sede sul Pontile Istria. I campioni di quell’epoca sono Ugo Sutter, Franco Rotta, Canziani, Welcher e Negovetti, che conquistano titoli italiani sotto la guida di Nino Gabrovez. E poi bisogna arrivare agli ‘80 per rivedere sul podio gli atleti Guido Scarpa, Claudio Spanghero, G. Giovannini, A. Piazzola ed E. Cignini. Nel 1982 il CONI attribuisce all’Adria la Stella d’Oro al merito sportivo, consegnata nel 1983. Verso la fine degli anni ‘80 le vittorie sono conquistate dagli atleti Millo, Rojc, Marotta, Bonivento e Caporizzi, e, tra le donne, da Gorla e Bruno. Il 28 novembre 1987 inizia la prima presidenza di Biagio Terrano, che dura sino al 9 aprile 1999. Di tale periodo va ricordata la regata storica sul Po, svoltasi a Torino per il centenario della FIC; importanti lavori di ristrutturazione della sede (tra i quali la sostituzione della piattaforma galleggiante); la decisione di aprire le porte della società alle donne; la revisione dello Statuto sociale; l’apertura del servizio di ristorazione; i festeggiamenti per il 120 anni dell’Adria, con la pubblicazione di un bel libro rievocativo; l’allestimento di diverse mostre di pittura e scultura; la riorganizzazione del settore agonistico con particolare cura per le categorie allievi, cadetti, ragazzi e junior. La nomina di Biagio Terrano quale membro della Commissione Giustizia e Disciplina della FIC, porta alla presidenza del sodalizio Mario Gregovich, che continua nella politica dei giovani, incrementando il patrimonio sociale con l’acquisizione di una yole a 8 e del furgone sociale. Nel gennaio 2004 ritorna al timone dell’Adria Biagio Terrano, attuale presidente, che rilancia l’attività remiera, ricostruendo ex novo il settore agonistico (ed i risultati sono ora visibili attraverso la classifiche della Coppa Montù e del Trofeo P. D’Aloja), anche a livello masters ed amatoriale (con una media di 4.000 uscite in mare all’anno). Nel corso del 2007 verranno sviluppate svariate iniziative per festeggiare i 130 anni dell’Adria, e tra queste l’organizzazione, il 17 novembre 2007, del 4° Meeting delle Società di Canottaggio ultracentenarie.
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